Goddesses & Muses
Le opere d’arte in tutte le epoche storiche sono state il punto d’arrivo tangibile di una chiara teoria estetica, uno specchio della società e del suo bisogno.
L’artista Daniel Salvi accoglie la sfida, fra processo scientifico tecnologico e sensibilità umanistica, tra uomo e macchina e utilizza questo linguaggio per ottenere nuove immagini con IA.
Si immerge nell’analisi del linguaggio, per conseguire uno strumento intuitivo e al tempo stesso in bilico tra la verità e finzione, tra l’autorità scientifica e la manipolazione ideologica.
Dee e Muse si presentano come versioni grafiche inattese, riflessioni dell’artista sulla possibilità di un pensiero che emerge da una dimensione materiale e metafisica. Indaga sulla percezione del colore, della luce, delle sfumature e degli sguardi magnetici delle modelle irreali, dando vita a un’originale intersezione tra poesia visiva e concettualismo. Una grande capacità di esplorare le aree di spazio latente, in cui prendono forma immagini surreali.
È proprio il legame con il surrealismo, che traccia una metodologia operativa, che aggredisce la piatta compostezza di una superfice. Come i sogni, ne rappresentano la realtà ma non lo sono, sono esplorazioni creative all’interno di algoritmi, sono temporanee perdite di controllo, sono evoluzioni artistiche. L’artista Daniel Salvi ha saputo magistralmente cogliere questo momento, mescolando il rapporto psicologico, con quello fisico dell’esperienza, ponendo la memoria al centro del processo cognitivo e creativo, filtrando le immagini di un altro tempo, rimandandole a una dimensione minimale, tangibile ma fortemente onirica.
L’artista restituisce plasticità a una genealogia di reminiscenze di azioni, gesti, luoghi, dando vita a una complessa immersione esplorativa, del vasto territorio dell’inconscio, dove l’introspezione analitica è posta in primo piano.
Il progetto Goddesses &Muses è pervaso di tensione tra la ricerca oggettiva e la soggettività della percezione, nella trascendenza dell’espressione in una logica interiorizzata.
Chiara Sticca